Companion: la recensione del film di Drew Hancock

Un piacevole film di intrattenimento, che mescola fantascienza, commedia e horror, guardandosi bene dall'approfondire le problematiche trattate.

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Companion: la recensione del film di Drew Hancock

Iris (Sophie Thatcher) e Josh (Jack Quaid) sono una coppia felice. Un classico, romantico amore a prima vista, magicamente scoppiato con un semplice scambio di sguardi inizialmente imbarazzati in un supermercato.

I due sono in viaggio con la loro auto a guida autonoma verso una lussuosa residenza persa nella natura lussureggiante, lontana decine di chilometri dai centri abitati, sulle rive di un magnifico lago. Ad attenderli, due coppie di amici.

Il padrone di casa è Sergey (Rupert Friend), un uomo ricco ma dal comportamento viscido, che mette immediatamente gli occhi su Iris, che si trova subito alquanto imbarazzata.

Ma situazione precipita quando lui le mette le mani addosso in riva al lago. Ma niente – nel senso più ampio del termine – è come sembra...

Sophie Thatcher in Companion

Companion: un piacevole film d'intrattenimento che si guarda bene dall'approfondire i temi complessi trattati

Il film è ambientato in un futuro forse non troppo lontano, quando sia la guida autonoma che l'esistenza di robot indistinguibili dagli esseri umani sono una realtà consolidata.

La storia comincia come una classica – e forse anche troppo didascalica – commedia romantica, per diventare bruscamente un racconto fantascientifico dalle tinte horror, che alterna momenti di tensione con altri molto più leggeri, con un cambio di registro piacevolmente repentino.

I temi trattati sono molto comuni: l'intelligenza artificiale, la rivolta delle macchine, la violenza domestica, i rapporti di coppia tossici, l'assuefazione alla tecnologia, che sembra prendere il posto dei rapporti interpersonali reali, sempre più difficilmente gestibili dagli esseri umani in carne e ossa.

Nulla di nuovo sotto il sole, ovviamente, basti pensare al recente M3gan. E infatti le due pellicole hanno diversi tratti in comune: la volontà di non approfondire le tematiche trattate, mantenendo un tono nonostante tutto nel complesso leggero, attraversato da venature satiriche, e una durata intelligentemente mantenuta vicina alla canonica ora e mezza.

Jack Quaid in Companion

Mentre M3gan era però focalizzato sulle problematiche dell'infanzia, Companion maneggia temi forse più ostici, riassumibili nell'ormai cinematograficamente inflazionato concetto di mascolinità tossica.

Il film scritto e diretto da Drew Hancock ha però a mio avviso qualche leggera smagliatura nella sceneggiatura, pienamente compensata dalla qualità della recitazione, in particolare da parte di Sophie Thatcher, che deve impersonare un personaggio molto complesso, attorno a cui ruota la storia raccontata.

Il risultato complessivo è un piacevole film di intrattenimento, senza particolari macchie ma senza lode, sorretto da una storia semplice, senza nessuna pretesa di didascalico moralismo, né di pensoso approfondimento intellettuale su temi complessi e peraltro iperinflazionati.

E quindi quando vediamo sullo schermo il solito maschio bianco eterosessuale dichiaratamente incapace di avere una relazione normale con una donna, e quindi bisognoso di ricorrere alla violenza più cieca, lo stereotipo non viene quasi notato, diluito in una narrazione che pensa solo a intrattenere, senza porsi troppi problemi.

Insomma Drew Hancock ci racconta una storia che all'inizio può sorprenderci, per poi scivolare in stereotipi prevedibili, già visti e ormai ritriti, ma lo fa in modo gradevole, senza mai osare troppo, in un ottica squisitamente commerciale.

97 minuti di intrattenimento garantiti.

Al cinema.

Companion - trailer ITA