Si tratterà sicuramente di un matinée intenso ed interessante quello proposto dalla collaborazione fra Estensioni Jazz Club Diffuso (di Slou Società Cooperativa) e Loop Station Jazz Festival (Associazione Complotto Adriatico). Alle ore 11.00 di domenica 28 aprile avremo infatti la possibilità di assistere al progetto Perpetual Possibility, performance per sola voce ed elettronica di Camilla Battaglia negli spazi del Baricentro in via Campiello Giovanni Emo 2, proprio nel centro storico di Gradisca d’Isonzo, considerato uno tra i borghi più belli in Italia. L’occasione è quella di festeggiare insieme l’International Jazz Day, una giornata internazionale dichiarata dall’ONU nel 2011 "per evidenziare il jazz e il suo ruolo diplomatico nell'unire le persone in tutti gli angoli del globo”, fortemente voluta dal pianista jazz e ambasciatore UNESCO Herbie Hancock.
Perpetual Possibility è un lavoro dedicato alla sonorizzazione di versi tratti dai Quattro Quartetti di T.S. Eliot in cui si modula la voce per creare stanze di racconto e di ascolto sempre diverse. Camilla Battaglia, milanese di nascita, ma oramai cittadina del mondo, è una pianista e cantante di estrazione classica che ben presto si dedica totalmente alla musica jazz, senza disdegnare il viaggio in direzioni più sperimentali, con uno stile personalissimo che attraversa diversi generi ed ispirazioni.
«I versi di Eliot come un mantra nelle mie sperimentazioni per voce ed elettronica».
«Già da qualche anno nutrivo l’esigenza di costruire una performance in solo. L’elettronica è un percorso in continuo divenire. La utilizzavo già nei miei progetti e mi capitava spesso di trasformare la mia voce con l’utilizzo di alcuni effetti analogici, ma non avevo mai portato questa idea all’estremo. L’opportunità di concretizzarla mi è stata data da questa collezione di versi di T. S. Eliot che si presta molto a questo uso. E poi mi ero già concentrata sulla tematica del tempo in passato, per cui l’ho trovata davvero ideale».«Come ho approcciato i versi?In un modo molto “mantrico”, nel senso che nella performance utilizzo poche parole, contestualizzandole all’interno di una struttura in otto atti. Il risultato è una suite che dura tra 50 e 55 minuti, all’interno della quale alcune frasi vengono ripetute, rielaborate e messe in contesti musicali diversi fra loro». «Il nome stesso del progetto, “Perpetual Possibility” sottolinea il fatto che la performance sia sperimentabile in contesti sempre diversi. In questo senso, la mia ambizione è quella di raggiungere qualsiasi tipo di pubblico. Naturalmente si tratta di una progetto che difficilmente sarebbe adatto all’apertura di un concerto di Jovanotti, tuttavia credo che la potenza dello “strumento voce” renda molto più facile l’avvicinamento a qualsiasi contesto. A volte il marketing fa sentire le persone non pronte ad ascoltare una determinata cosa, ma i feedback che ho avuto mi dimostrano che esiste una connessione viscerale che va ben oltre le etichette».
Ingresso libero