Bring Her Back – Torna da me: la recensione del film di Danny e Michael Philippou

Dopo il buon esordio con Talk to me, i due registi con questo ottimo horror confermano il loro talento in questo genere cinematografico.

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Bring Her Back – Torna da me: la recensione del film di Danny e Michael Philippou

Andy (Billy Barratt) e la sua sorellastra Piper (Sora Wong), ragazza con seri problemi alla vista, perdono anche il loro padre, colto da un malore mentre è sotto la doccia, e rimangono soli.

I due ragazzi sono molto affiatati, e Andy è particolarmente protettivo nei confronti di Piper, tanto che riesce a ottenere che entrambi siano affidati alla stessa persona, Laura (Sally Hawkins).

Lei è un'eccentrica ma stimata ex-consulente scolastica, già madre adottiva di un altro ragazzo orfano, con problemi di relazione molto seri. Anche Laura ha subito un tragico lutto: ha perso una figlia cieca, annegata nella piscina di casa.

All'inizio tutto sembra filare liscio, al netto di qualche incomprensione, ma lentamente i due ragazzi scopriranno che – come prevedibile in questo genere di film – le apparenze ingannano, e le stranezze della loro nuova madre adottiva nascondono un orrore indicibile...

Billy Barratt in Bring Her Back

Bring Her Back – Torna da me: un ottimo film horror che conferma il talento dei fratelli Philippou

Il racconto comincia come un thriller dai contorni soprannaturali, per trasformarsi lentamente in un horror, con un irresistibile crescendo di tensione, che letteralmente inchioda lo spettatore alla poltrona.

L'uso di jump scare è quasi nullo, cosa sempre gradita, ma nella seconda parte del racconto ci sono alcune scene veramente raccapriccianti, che possono disturbare un pubblico troppo sensibile. A tratti ho dovuto distogliere lo sguardo dal grande schermo, cosa che mi accade di rado.

Questo film è una piccola perla del genere horror, che conferma il talento di Danny e Michael Philippou, artisticamente nati su YouTube, che hanno esordito al cinema nel 2023, con l'ottimo Talk to Me.

Entrambe le pellicole condividono i temi del trauma familiare, della rielaborazione del lutto e dell'uso dell'esoterismo per entrare in contatto con i trapassati.

Sally Hawkins in Bring Her Back

Ma se Talk to Me era un film di teenager, centrato (anche) sull'uso – e abuso – dei social dai ragazzi, Bring Her Back è un lavoro molto più maturo e ragionato, che scava nell'animo dei personaggi in modo veramente efficace, grazie anche alla recitazione magistrale dei pochi attori presenti.

In particolare, è veramente molto brava Sally Hawkins, che dà vita a un personaggio complicato e dalle molte facce, che ci vengono mostrate con magistrale perizia dai fratelli Philippou.

L'azione si svolge prevalentemente tra le mura della casa di Laura, un contesto claustrofobico nel quale si muove con perizia la telecamera dei due registi, con un ampio uso di soggettive e inquietanti rumori ambientali, che sottolineano continuamente l'orrore in agguato sotto le patinate apparenze della normalità.

In questo aiuta molto anche la fotografia, curata da Aaron McLisky, che privilegia i toni caldi nelle scene diurne, marcando forti contrasti con altri contesti visivi, in particolare i frammenti tratti da vecchie cassette VHS.

Se in Talk to Me la regia era molto più nervosa, quasi sincopata, per sottolineare l'uso dei social e di telecamere portatili da parte dei ragazzi, in Bring Her Back vengono invece utilizzate inquadrature più lunghe, funzionali a una narrazione più lenta e psicologica.

Insomma, un ottimo horror, che ancora una volta conferma come questo genere sia ben vivo e capace di stupire lo spettatore con film intelligenti, costruiti bene, con idee originali e sostenuti da un'ottima recitazione, nonostante l'assenza di star di cui francamente non si sente per nulla la mancanza.

Per gli amanti del genere, Bring Her Back è un film imperdibile.

Bring Her Back - Torna da me - trailer ufficiale ITA