La Casa
Dal 2 settembre la villa degli anni Quaranta affacciata sulla Basilica della Salute ha aperto le porte in una nuova veste, quella di hub artistico voluto dal marchio di yachting San Lorenzo. L'intervento architettonico porta il nome di Piero Lissoni, direttore artistico di Sanlorenzo. L'accesso è garantito da un ponte del 2008, il primo che vede la sua nascita nel terzo millennio.
L'architettura così ristrutturata si propone come luogo interattivo, che accoglie e produce progetti. Tre sono le parole chiave per la sua missione: design, dialogo e sostenibilità.

La mostra
Fino al 23 novembre è visitabile nello spazio espositivo al primo piano la mostra Breathtaking, curata da Geraldina Polverelli Ferri e Cristiano Seganfreddo. L'artista Fabrizio Ferri propone, in un ambiente oscurato, l'apparizione di 13 fotografie di figure soffocate dalla plastica in vari modi. L'installazione presenta per la prima volta il ritratto di Sting, aggiunto alle fotografie di Willem Dafoe (che ha partecipato all'inaugurazione), Helena Christensen, Misty Copeland, Charlotte Gainsbourg, Gala Gonzalez, Julianne Moore, Bridget Moynahan, Carolyn Murphy, Isabella Rossellini, Susan Sarandon e Naomi Watts. Il tema è chiaro: la denuncia dell'inquinamento marino. Questo è simboleggiato anche da un moderno memento mori posto al centro della sala buia, una bara piena d'acqua marina che anticipa la cerimonia funebre a cui sta andando incontro il pianeta.

Sono due gli elementi che costituiscono il filo conduttore del dialogo proposto: il velo e il chiodo, oggetti che vogliono richiamare a una situazione di martirio contemporaneo. Seguendo la volontà di riproporre l'arte barocca in un contesto attualizzante, Ferri gioca con elementi quali il chiaroscuro a evocare non solo una tecnica, ma il sentimento di drammaticità derivante da questa. Si fa riferimento a un dramma che non è solo simbolico ma presente, volto a suscitare una reazione immediata.
Il velo, in questo senso, non è quello del Cristo velato di Sanmartino, che suggerisce trascendenza e speranza, ma è una copertura di plastica che soffoca i personaggi protagonisti delle fotografie, portatore di una fine assoluta. I chiodi a loro volta concorrono al messaggio di allarme tramite la loro essenza fissante. Essi infatti da tempi immemori fissano la verità, come fu fissato il Cristo sul legno della croce. Sono veicoli di violenza decisa e immediata, come lo sono state le azioni contro i martiri. In questo contesto Ferri li sostituisce alla cornice: ogni ritratto è infatti appeso con due chiodi, di diversa fattura, a sottolineare la specificità e l'individualità della sofferenza. Se quindi la cornice, come meravigliosamente teorizzato da Stoichita nell'Invenzione del quadro, è elemento che isola l'opera e al tempo stesso invita lo spettatore dentro a essa, il chiodo di Ferri fissa violentemente una verità appartenente al contesto dell'osservante, senza girare intorno all'urgenza: gli esseri soffocati dall'inquinamento siamo noi e lo saremo sempre di più se non ne prendiamo atto.
La sensazione di soffocamento è quindi, si potrebbe concludere, ciò che muove l'installazione. Questa è resa anche attraverso l'escamotage delle cuffie, proposte allo spettatore all'inizio del percorso secondo il consiglio di Marina Abramović. Le cuffie insonorizzanti creano un innaturale silenzio, a evocare l'assenza di suoni tipica degli abissi. Questo silenzio è tuttavia anche contrapposto al rumore della vita e della natura, così come il corridoio totalmente buio, che porta all'installazione vera e propria, richiama all'opposto della vita.
Vita e morte si alternano quindi in questo spazio che, seppure ridotto, è portatore di grande capacità semantica. L'allarme viene lanciato in maniera forte, laddove ciò che lo spettatore vede è proposto come l'inizio di un'inevitabile e finale soffocamento del pianeta e di noi con lui. Il chiodo posto nella bara di vetro sembra richiamare non solo alla fragilità degli oceani ma anche della verità: chiuso ma visibile viene privato della sua violenta capacità rivelatrice.
In un momento in cui la verità dell'emergenza climatica viene spesso messa a tacere, Breathtaking la mostra senza filtri, in quella combinazione tra citazione erudita e necessità del presente che l'arte riesce al meglio a incorporare. Casa Sanlorenzo ha così iniziato significativamente il suo percorso proponendo un cammino tra arte e attualità, che potrebbe sembrare materializzato in quel ponte moderno che, portando lo spettatore all'interno della casa, funge da passaggio dalla quotidianità alla sua lettura artistica.
Orari: fino al 23 novembre dal giovedì alla domenica, dalle 11.00 alle 19.00. Ingresso libero.