#bassavelocità. vite in viaggio sui treni regionali del Teatro dell'Orsa: primo studio alla Casa delle Storie di Reggio Emilia il 14 aprile

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#bassavelocità. vite in viaggio sui treni regionali del Teatro dell'Orsa:  primo studio alla Casa delle Storie di Reggio Emilia il 14 aprile

L’autore e interprete Bernardino Bonzani ha costruito lo spettacolo raccogliendo, nell’arco di molti mesi, storie di persone incontrate durante lunghi viaggi realizzati ad hoc in tutta Italia.

«I primi viaggi sui treni regionali sono stati fatti prima della pandemia, poi altri sono seguiti anche nel periodo a cavallo e fino a pochi mesi fa. La regola era di costruire l’itinerario al momento, di stazione in stazione, con i collegamenti regionali, naturalmente opposti ai treni ad alta velocità, più algidi e asettici.  Poi le coincidenze e le destinazioni hanno fatto il resto. Non si dovevano avere orari di arrivo e bisognava lasciarsi guidare dagli incontri e dalle situazioni inaspettate»: Bernardino Bonzani del Teatro dell’Orsa introduce la peculiare genesi di #bassavelocità. vite in viaggio sui treni regionali, spettacolo di cui è autore e interprete il cui primo studio sarà presentato venerdì 14 aprile alle ore 21 alla Casa delle Storie di Reggio Emilia.

«Cosa vuol dire, viaggiare a bassa velocità? Trovare storie nelle pieghe del tempo, intercettare vite invisibili» aggiunge la regista Monica Morini «dall’Emilia al Lazio, dalle Marche alla Puglia, dalla Toscana alla Calabria: è un affresco che abbraccia l’Italia, questo spettacolo, traccia di un viaggio che si dipana dentro due anni di ricerca sui treni regionali italiani, durante i quali Bernardino Bonzani si è messo in ascolto di persone di ogni età».

«La lentezza è una condizione che unisce» riflette Bernardino Bonzani «Il treno regionale dovrebbe essere un mezzo di trasporto che rilascia un’orma ambientale con un impatto minore, più economico, portatore di un’umanità varia e da scoprire. Canoni che nella vita reale non sempre sono considerati un vantaggio, ma che per la ricerca drammaturgica e il teatro rappresentano un tesoro».

Conclude Monica Morini: «Il contributo fondamentale di Antonella Talamonti è un’invisibile spina dorsale fatta di canti, una mappa musicale dentro a un’Italia che ha radici lontane, nelle voci degli antenati e delle antenate».

Ingresso unico € 5.  Posti limitati.                                                   Prenotazione obbligatoria con messaggio WhatsApp al numero 351 5482101 indicando nome e cognome.

M.P.