Sì è appena concluso il restauro della Trasfigurazione, un’importante pala del secolo XVI, realizzata da Pier Francesco Foschi (1502-1567), conservata nella cappella Capponi d’Altopascio della Basilica di Santo Spirito, a Firenze, che sarà celebrato con una Messa solenne domenica 7 aprile, alle 10.30.
Il progetto di conservazione e restauro dell’opera, insieme a quello della cornice originale, intagliata e dorata, dalla pregevole fattura, è stato commissionato dalla Galleria dell’Accademia di Firenze grazie alla mostra PIER FRANCESCO FOSCHI (1502-1567) PITTORE FIORENTINO, l'esposizione monografica organizzata dal museo fiorentino, in corso fino al 14 aprile 2024. L’esposizione - a cura di Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze, Elvira Altiero, Funzionario storico dell’arte, responsabile del dipartimento storico-artistico della Galleria dell’Accademia di Firenze, Nelda Damiano, Pierre Daura Curator of European Art, Georgia Museum of Art, University of Georgia, e Simone Giordani, docente di Storia dell'Arte, studioso della pittura fiorentina rinascimentale e tardo rinascimentale - è stata l’occasione per far luce su un maestro finora poco conosciuto al pubblico. La Galleria dell’Accademia di Firenze si è impegnata nel recupero e nella riscoperta di alcuni dipinti religiosi del Foschi, diffusi sul territorio, valorizzandoli e rendendoli nuovamente leggibili.
L’intervento sulla Trasfigurazione è stato eseguito da Kyoko Nakahara, per quanto riguarda la superficie pittorica della tavola, e da Francesca Brogi, in collaborazione con la Bottega d’Arte Maselli di Gabriele Maselli, per la cornice, sotto la Direzione Lavori e l’Alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato (SABAP-FI), in accordo con il Priore della Basilica, Padre Giuseppe Pagano. Il dipinto, viste anche le dimensioni, è stato smontato dall’altare, tolto dalla cornice e spostato in uncantiere creato ad hoc all’interno della chiesa, una pratica più appropriata per la conservazione dell’opera che così non ha subito particolari cambiamenti climatici e neppure sollecitazioni, dovute al trasporto in un laboratorio esterno.
“Grazie al restauro, un omaggio all’artista caduto ingiustamente nell’oblio, la Trasfigurazione – racconta Cecilie Hollberg – ha recuperato l’originale freschezza e ci ha riservato delle sorprese riguardo le modalità operative del Foschi, di cui sono state, anche, rivenute, sulla superficie pittorica, le impronte digitali. Attraverso l’analisi dei pigmenti, è stato possibile capire meglio la tavolozza dell'artista e le caratteristiche della sua pittura, contraddistinta da effetti di raffinato cangiantismo. Nel corso della movimentazione della Resurrezione, un’altra grande pala che il Foschi realizzò per la stessa Chiesa di S. Spirito, eccezionalmente esposta in mostra, abbiamo individuato invece il monogramma-firma del pittore, finora non conosciuto”.
“La nostra comunità agostiniana - prosegue Padre Giuseppe Pagano - è grata per due motivi: il primo perché abbiamo avuto l’onore di poter avere nella mostra della Galleria dell’Accademia la nostra Resurrezione del Foschi. Ed il secondo perché il museo ci ha restaurato, sempre del Foschi, la Trasfigurazione. Un’opera che ha riacquistato il suo splendore sia nei colori della pala che nella cornice. Ora è più chiaro ed efficace il messaggio dell’esperienza gloriosa avvenuta nel momento della trasfigurazione di Gesù. Nella persona del direttore, Cecilie Hollberg, vogliamo ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per il raggiungimento dell’obiettivo".