Mi si consenta di iniziare questo lavoro con la citazione di un professore incontrato nella Scuola Media Superiore, il quale ripeteva spesso questo avvertimento: «Un libro s’inizia a leggere dall’indice». Col trascorrere degli anni capii sempre di più la verità di tale sua affermazione, che da giovane mi era apparsa banale. Se la applichiamo alla Rivista pubblicata dalla Casa Editrice Miano, Alcyone 2000, veniamo a scoprire immediatamente gli argomenti trattati: essa ha sì la denominazione di rivista o di quaderni ma, date le sue dimensioni (135 pagine), può essere benissimo paragonata ad un libro. Non è certo la quantità a stabilire il suo valore culturale, ma se si scorre il ricco indice posto non casualmente come incipit, si ha la cognizione esatta dei contenuti qualitativi: Guido Miano. L’uomo, lo scrittore, il poeta, l’editore (è la parte speciale dedicata al fondatore della Casa Editrice, recentemente scomparso); Contributi letterari (poesia religiosa-esistenziale e poesia di impegno etico e civile); Testimonianze (giornalismo e David Maria Turoldo, del quale si parlerà più avanti); Pittura e scultura (il parallelismo delle arti, con esemplificazioni in questa recensione sugli scrittori-pittori Filippo Pirro e Fabio Recchia); Sillogi poetiche (delle quali commenteremo Gabriele Centorame e Maria Luisa Mazzarini); Itinerari di letteratura comparata: saggi critici (confronti tra autori contemporanei e autori italiani e/o stranieri vissuti fra Otto-Novecento); Itinerari di letteratura contemporanea (alcuni autori della Casa Editrice).
Dal suddetto quadro generale si evince che i volumi di Alcyone 2000 sono caratterizzati principalmente dall’ospitare contributi di critica letteraria a largo raggio, divenuti quindi la specializzazione di quello che può considerarsi un vero e proprio progetto editoriale-culturale. L’utilità di tale orientamento è innegabile, in quanto la critica letteraria permette al lettore di avvicinarsi ad ogni autore con chiavi di lettura che svelano il suo mondo interiore, i significati delle opere e di entrare in possesso di dati informativi preziosi per la comprensione approfondita del contesto storico-sociale in cui è avvenuta la genesi creativa. In particolare richiamerei l’attenzione sui saggi di letteratura comparata, una branca della critica letteraria poco sviluppata nella cultura italiana, ma assai interessante e valida, poiché si basa su confronti, accostamenti, similitudini, assonanze estetiche e contenutistiche fra autori e scuole di pensiero appartenenti ad epoche e correnti per taluni aspetti affini e per altri distanti. Invita anche alla visitazione di voci straniere che hanno influito sullo sviluppo della letteratura nazionale: esemplificando, in questo numero della rivista, vi sono, tra gli altri, rimandi a Paul Claudel per la poesia di ispirazione mariana; a Emily Dickinson (teorie creazionistiche); a Jacques Prévert (poesia amorosa); a Edgar Lee Masters per le tematiche della marginalità sociale ed esistenziale… Inoltre tali quaderni sono arricchiti da inserti a colori di notevole pregio editoriale dedicati a pittori e scultori, realizzando così quel parallelismo delle arti da più parti auspicato, che produce una comunicazione e uno scambio fra artisti delle varie discipline e fruitori delle loro opere: si viene così a scoprire l’eclettismo di un personaggio come Filippo Pirro – poeta, scrittore, pittore, scultore, grafico – o la sensibilità pittorica e poetica di Fabio Recchia, tra paesaggi delicati ritratti sulla tela e rime di alta spiritualità.
La figura di Guido Miano è ricordata in primo luogo dal figlio Michele: Lettera a mio padre Guido. È un testo di carattere autobiografico che ripercorre le tappe fondamentali non solo dello sviluppo della Casa Editrice, ma che esprime anche alcuni momenti salienti del rapporto padre-figlio, talora con toni di gratitudine, talaltra con accenti affettuosi e commossi per le cose non dette e i silenzi degli ultimi tempi. Michele rammenta la fondazione della Casa Editrice in Sicilia nel 1955, poi traferitasi a Milano. Nella metropoli lombarda il giovane Michele segue il padre Guido nel suo lavoro: conosce redattori e giornalisti; collabora nel rileggere i testi degli autori; s’immerge nel mondo delle tipografie che lo affascinano per gli odori acri e il rumore delle rotative; talvolta lo accompagna nelle visite a scrittori ed artisti per mantenere vivo il rapporto umano tra persone innamorate dell’arte, concependo il lavoro come una missione, citando Marc Chagall (“Il mio lavoro è preghiera”); ed ancora le frequentazioni degli ambienti universitari, delle biblioteche, dei centri culturali, per finire con il Centro Sperimentale di Giornalismo, diretto per 40 anni dal padre nei locali milanesi della Casa Editrice. È stato lui, Guido, a fargli scoprire la lettura, iniziata con i libri d’avventure di Salgari e Verne. Il fascino esercitato su di lui dal padre e dalla sua professione è stato così determinante che a 7 anni scrisse una letterina in cui sognava di fare, da grande, lo stesso mestiere: questo scritto è stato ritrovato dal fratello Carmelo in un vecchio baule, come succede nelle più belle favole: il testo si chiude con la promessa di continuare l’opera paterna, con la speranza di esserne all’altezza.
Il successivo contributo è firmato dalla Famiglia Miano e riguarda La storia della Casa Editrice. Un’avventura iniziata nel 1951 in Sicilia col periodico “Davide, rivista sociale di lettere e arti” ad opera di Alessandro e Guido Miano. Una pubblicazione interdisciplinare di ispirazione cristiana in dialogo con la cultura laica. Nel 1955 nasce la Casa Editrice Guido Miano con sede provvisoria a Catania e poi definitiva a Milano. L’attività è subito intensa e cresce con gli anni: oltre ai testi poetici dei singoli autori, nascono collane antologiche, come Scrittori italiani del Secondo Dopoguerra, in più edizioni. Vedono poi la luce opere dedicate alla pittura e alla scultura tra cui: Lexicon dell’Arte italiana; Documenti di Architettura e Arte; Arte nella Svizzera Romanda. Già nel 1957 prende l’avvio il Corso Biennale di Orientamento Professionale di Giornalismo, unico nel suo genere a Milano, che ha visto la frequentazione di centinaia e centinaia di studenti seguiti da docenti specializzati. Testi fondamentali stampati in tale ambito sono stati tre libri di Giorgio Mottana: Il giornalismo e la sua tecnica, Il mestiere del giornalista, Professione giornalista. In seguito appaiono anche libri di narrativa, musica e saggistica. A partire dagli anni ‘90 ecco il Dizionario Autori Italiani Contemporanei e laStoria della Letteratura Italiana. Dal Secondo Novecento ai giorni d’oggi. Gli anni Duemila si caratterizzano per le collane poetiche dedicate alla letteratura comparata, tra cui Analisi poetica sovranazionale del terzo millennio e Poesia Elegiaca dei Maestri Italiani dal ‘900 ad oggi. L’avventura continua – recita il testo - “con il passaggio di consegne alla moglie Elena e i figli Michele, Carmelo e Laura da sempre presenti nella Direzione della Casa Editrice”. Riguardo a Guido Miano scrittore sono da segnalare le prefazioni e i saggi redatti per i suoi autori e – in tarda età – un libro di narrativa: Sulle tracce di Nausicaa. Lettere di consenso estetico rivolte a poeti italiani contemporanei (1999) e una silloge poetica: Lamento dell’emigrante (2017), la cui prefazione a cura di Franco Lanza è pubblicata su questo numero di Alcyone 2000. Fra le tantissime conoscenze, amicizie e collaborazioni citate a ricordo dei rapporti professionali ed umani intessuti da Guido Miano nella sua lunga mission per la divulgazione della cultura, ricorderei la reciproca stima con Mario Luzi (sulla rivista si può leggere la lirica Cosmografia improvvisa dedicatagli dal poeta toscano) e con Padre David Maria Turoldo, del quale la redazione di Alcyone 2000 ha scelto di pubblicare, come testimonianza della sua antica vicinanza, il brano Mia madre, già apparso sulla rivista Davide, n° 1-2 del lontano aprile-maggio 1957.
Per concludere questa recensione del n°16 di Alcyone 2000, mi pare interessante soffermarmi, seppur brevemente, su un paio di autori le cui liriche sono pubblicate nella sezione dedicata alle Sillogi poetiche, esemplificando così attraverso tali lacerti alcune espressioni di poesia contemporanea. Gabriele Centorame (Il sentimento della natura) filtra le voci del cosmo attraverso mediazioni metafisiche, surreali, memoriali nonché paesaggi metaforici rimandanti al destino umano, all’amore, alle dimensioni dell’infinito. Se nel nostro vivere i fiori appassiscono e muoiono, l’aridità e il dolore s’insinuano nelle anime, il male di vivere e la solitudine ci colgono nella consunzione del tempo… le forti rimembranze affettive, le suggestioni dei sogni, le radici identitarie, il calore dell’eterno e la cognizione dell’amore ci indicano vie d’uscita alle chiusure del presente. Maria Luisa Mazzarini (Di luce le mie parole d’acqua) pone alla base del suo canto la luce della Trascendenza, a cui apre il suo essere nel profondo desiderio di conoscere se stessa: una ricerca spirituale tesa agli ideali più elevati dell’anima, dell’amore, dell’abbraccio con la Terra e il Cielo. E si scopre peccatrice che ha dubitato, che non ha amato abbastanza, serva indegna ed inutile, ma pronta a superare ogni rimpianto per “ricostruire ogni volta, con più Amore”.
Ognuno può trovare dunque, scorrendo le pagine della rivista, numerosi spunti, stimoli, approfondimenti, suggestioni, analisi di tipo culturale: ovvero quel cibo per la mente oggi quanto mai necessario in una società che tende sempre di più a preferire l’uomo consumatore invece che l’uomo libero pensatore.
Recensione Enzo Concardi