Al via Trieste Prima: sabato 9 novembre due grandi eventi dedicati al compositore Giampaolo Coral nell'ottantesimo dalla nascita Festival Internazionale di Musica Contemporanea Posta in arrivoCerca tutti i messaggi con l'etichetta Posta in arrivo

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Al via Trieste Prima: sabato 9 novembre due grandi eventi dedicati al compositore Giampaolo Coral nell'ottantesimo dalla nascita  Festival Internazionale di Musica Contemporanea Posta in arrivoCerca tutti i messaggi con l'etichetta Posta in arrivo

Lo sintetizza bene la frase di Kenka Lekovich, che apre con uno scritto d’autore tra genio e giocosità il libretto della rassegna, il titolo programmatico dell’edizione numero 38 del festival “Trieste Prima - Incontri internazionali con la musica contemporanea”: «Niente più della musica genera libertà, e niente più della libertà genera musica». Musica e libertà per l’appunto, ed è questo il tema che unisce gli undici appuntamenti della storica rassegna che guarda al contemporaneo e all’ecologia dell’ascolto, promossa dall’associazione Chromas presieduta da Adriano Martinolli d’Arcy e diretta artisticamente da Corrado Rojac. Dal 9 novembre al 14 dicembre, musica e libertà si declineranno secondo diverse accezioni: catartica, conquistata, da scoprire, del gesto, per immagini, del comunicare, espressiva, con ospiti nazionali, internazionali e le migliori espressioni della musica d’oggi raccolte nel progetto “I giovani e la musica contemporanea”. Cinque le sedi: il Conservatorio Tartini di Trieste, il Centro musicale sloveno Glasbena Matica e l’Istituto di musica Vivaldi di Gorizia, la Casa della musica di Cervignano e la Biblioteca civica don Gilberto Pressacco di Codroipo (appuntamenti ad ingresso libero, tutte le informazioni su chromas.it). 

Un’altra occasione rende unica questa edizione ed è la ricorrenza degli ottant’anni dalla nascita del fondatore del festival e dell’associazione che la organizza, il compositore triestino “dell’ombra” Giampaolo Coral (1944 - 2011), cui sarà dedicato l’evento di apertura con due appuntamenti, sabato 9 novembre al Conservatorio Tartini. Alle ore 9.30 la giornata di studi “Oltre l’avanguardia” ed alle ore 18.00 il concerto “Una libertà catartica”, quando verranno eseguiti i suoi “Demoni e fantasmi notturni della città di perla” del 1999, psicomusica su disegni di Alfred Kubin e testi di Kubin, Goethe e Trakl, con l’Icarus Ensemble diretto da Adriano Martinolli d’Arcy, il soprano Manuela Kriščak, la voce recitante di Maurizio Zacchigna e la regia del suono affidata a Marco Pedrazzini. 

Ospiti del convegno saranno diversi cultori di musica contemporanea e conoscitori dell’opera di Coral, tra cui la professoressa Monica Verzàr Coral, autrice del libro “Giampaolo Coral: confronto con l’ombra”, chiamata ai saluti istituzionali. Le digressioni su vari aspetti dell’opera coraliana saranno tenute da docenti universitari di alta formazione artistico musicale: Mauro Rossi, Corrado Rojac, Renzo Cresti, Ingrid Pustijanac, Adriano Martinolli d’Arcy, Paolo Somigli, Roberto Calabretto, Luca Pfaff ed Ivano Cavallini, organizzatore dell’incontro, che così riassume la figura del compositore triestino: «La vita di Coral si intreccia in modo indissolubile con la storia di Trieste nella seconda metà del Novecento. Al contempo, in forma ossimorica, la triestinità tessuta di nostalgie asburgiche rappresentò per lui un ostacolo da superare. Onusto di gloria, acquisita grazie a un numero consistente di premi e riconoscimenti ricevuti in Italia e all’estero, nella città natale Coral visse per un lungo periodo in uno stato di atarassia apparente. Una riservatezza che amplificò le sue turbe esistenziali, dacché l’immobilità cui fu costretto il capoluogo giuliano dopo la guerra non risparmiò la musica contemporanea. Con il furore dirompente di un vulcano, egli reagì a quella vistosa assenza e all’intimo mal de vivre in una geografia di ‘non luoghi’, tortuosa, plurima e diseguale». 

In merito alla sua opera, che sarà trattata nel novero della sua produzione orchestrale, corale, cameristica e di scena, così commenta Cavallini: «Classificare l’opus coraliano è tutt’altro che agevole. Alla comprensione del lascito spirituale del maestro si perviene solo accettando la condizione prismatica di buona parte dei suoi lavori. Egli proiettò la ricerca del nuovo in una dimensione di aseità, maculata di neoespressionismo e di oggettivismo, senza negare le soluzioni provenienti da una stretta contiguità con le arti visuali, con la letteratura e il pensiero esoterico. Da disallineato consapevole delle proprie inquietudini scelse di percorrere la rotta dell’autonomia, anche se aveva una grande dimestichezza con la lezione delle scuole di Vienna, Darmstadt e dell’IRCAM di Parigi». 

Il simposio inoltre, ad anticipare il concerto pomeridiano, intende vagliare la produzione di Coral attraverso i paradigmi a lui cari, come le figure del doppio ed i processi tematici nelle relazioni con i timbri strumentali, l’incidental music, le formule minimaliste ed i rapporti tra musica, pittura e letteratura, ricordandolo, oltre che compositore, anche in qualità di pittore e promotore dei festival di musica contemporanea Trieste Prima sin dal 1987.