Sole, terra, sabbia e rocce, nonché temperature elevate hanno caratterizzato il Rally Saudi Arabia, l’ultima tappa di questo appassionatissimo mondiale che proprio in terra saudita ha decretato il vincitore del titolo piloti.

Scenari completamente diversi da quelli solitamente frequentati dal WRC hanno fatto da cornice alle splendide prove speciali ricavate fra pianure desertiche, dune sabbiose e montagne rocciose, un mix altamente spettacolare che ha reso indimenticabile la prima edizione del rally saudita nel mondiale rally nonostante le tante incognite legate al fondo stradale ed ai suoi pericoli per gli pneumatici.

Ma l’interrogativo principale prima del via dell’ultimo appuntamento di questo Campionato del Mondo Rally 2025 era: chi vincerà il titolo piloti? I due principali pretendenti erano Sebastien Ogier ed Elfyn Evans, la matematica dava ancora qualche risicata possibilità a Kalle Rovanpera ma la lotta per il titolo era ristretta fra i due piloti in testa al mondiale con Evans (272 punti) in vantaggio di soli tre punti su Ogier (269). Altro interrogativo: la nuova gara entrata nel massimo campionato con un contratto decennale sarà all’altezza degli standard del WRC?
Il rally, diversamente da tutti gli altri del campionato, si è svolto dal mercoledì al sabato (26-29 novembre), con lo shakedown nella mattinata di mercoledì, dove Kalle Rovanpera in soli due passaggi ha siglato il miglior tempo, e la sfarzosa cerimonia di partenza in serata a cui è seguita la prova spettacolo nell’enorme piazzale prospicente allo gigantesco palco partenza. Una prova disputata in contemporanea da due vetture su un tracciato che alterna brevi rettilinei e curve strette a sezioni più ampie con un paio di dossi a rendere spettacolare la prova, buone le intenzioni degli organizzatori ma non molto apprezzata da una parte degli spettatori (presenti comunque in numero superiore rispetto alle prove dei giorni successivi fuori città) che dopo un po’ hanno abbandonato le tribune in quanto la vastissima estensione del tracciato non permetteva di seguire bene le vetture. La prova è stata vinta da Ott Tanak (Hyundai i20 N) seguito, al secondo posto, da Sebastien Ogier (Toyota GR Yaris) e Martjns Sesks (Ford Puma), insomma, tre differenti vetture ai primi tre posti, che preannunciavano una lotta accesa fra le tre case costruttrici iscritte nel massimo campionato del mondo.








La giornata successiva prevedeva tre prove (due passaggi ciascuna) e la ripetizione della Jameel Motorsport Super Special, la prova spettacolo andata in scena la sera prima nei pressi del palco partenza. Il primo impegno cronometrato ha visto prevalere Mārtiņš Sesks che ha iniziato nel migliore dei modi la sua settima gara stagionale con la Ford Puma nel WRC, la prova è poi stata interrotta a causa dell’infortunio accaduto allo spagnolo Alejandro Cachón a seguito di un atterraggio violento da un salto e per il quale si è reso necessario il trasporto in ospedale per accertamenti per lui ed il navigatore Borja Rozada. Sesks ha poi proseguito la sua marcia aggiudicandosi altre tre prove fino a che nella SS 6 è incappato in una foratura che gli ha fatto perdere la testa della classifica provvisoria, prima a favore di Sami Pajari (Toyota GR Yaris) e poi di Adrien Fourmaux (Hyundai i20 N).




La lotta per il titolo mondiale vedeva invece i due principali contendenti guidare in maniera molto accorta cercando di evitare errori e forature, con Evans sempre alle spalle di Ogier con un ritardo che andava via via aumentando.


Nella giornata seguente - sempre tre le prove da ripetere due volte - è successo veramente di tutto: Martjns Sesks dopo una appassionante lotta con Fourmaux si riprendeva nuovamente la testa della classifica provvisoria, complice anche un minuto di penalità del francese per un anticipo ad un Controllo Orario (senza quella penalità avrebbe chiuso la giornata in testa), ma ciò che ha letteralmente stravolto la classifica sono state le forature di cui quasi tutti i concorrenti sono stati vittima, Tanak addirittura due volte nella SS 14 Wadi Almatwi 2 (poi si ritirerà per i danni a una sospensione); le ultime due prove, soprattutto la temutissima Wadi Almatwi, hanno visto in assoluto più forature di tutta la gara e hanno dato uno scossone alla classifica che venerdì sera ha visto infine Neuville chiudere in rimonta in seconda posizione, Takamoto Katsuta in terza, seguito da Adrien Fourmaux scivolato al quarto posto, e Kalle Rovanpera al quinto, ormai tagliato fuori dalla lotta per il titolo. I due duellanti per l’alloro piloti hanno continuato la loro gara lontano da rischi mantenendo sempre un passo leggermente inferiore ai battistrada, con Evans sempre più distanziato da Ogier.

La giornata conclusiva prevedeva tre impegni cronometrati, la SS Thabhan (due passaggi, il secondo valido come Power Stage) con la parte conclusiva che sfruttava il primo tratto dello Shakedown al contrario, e la impegnativa SS16 Asfandi di 33 km; il primo passaggio sulla SS Thabhan vedeva balzare al comando Thierry Neuville seguito a soli due secondi da Sesks, con Katsuta terzo e Fourmaux quarto; nella penultima prova Martijns Sesk fora ben due volte e perde un’eternità scivolando in undicesima posizione e dando anche addio ai sogni di gloria del patron di M-Sport Malcom Wilson con il successivo ritiro nel trasferimento verso l’ultima prova del rally. Nel penultimo impegno cronometrato Takamoto Katsuta si mette la macchina per cappello ma nonostante i danni riesce comunque a proseguire; la prova di chiusura del rally la disputerà con la sua GR Yaris acciaccata e senza il cristallo anteriore, con degli occhialoni da sci per proteggersi dalla polvere siglando il quinto tempo assoluto e chiudendo anche la gara al quinto posto finale. Sebastien Ogier vince la prova scavando un solco ancor più profondo con l’amico-rivale Evans e si insedia in terza posizione provvisoria dietro ad un convincente Adrien Fourmaux, con Thierry Neuville sempre al comando.



La Power Stage ha tenuto tutti con il fiato sospeso nel susseguirsi del passaggio dei concorrenti ed i relativi tempi che comparivano sui monitor, Elfyn Evans ha chiuso con il tempo di 10:54.9 vincendo la prova, Sebastien Ogier si è piazzato al secondo posto a +7.2 secondi ma con la somma dei punti accumulati fra gara, Super Sunday (Saturday,in questo caso) e Power Stage si è aggiudicato il suo nono titolo mondiale, eguagliando il suo connazionale Loeb, con quattro punti in più di Evans. Thierry Neuville invece, pur facendo registrare solo il sesto tempo, ha mantenuto la testa del rally e senza vincere neanche una prova speciale si è aggiudicato la sua prima gara quest’anno.





Grandissima la delusione a fine gara per Elfyn Evans che, per quanto veloce, anche in questa occasione ha visto svanire il sogno mondiale, il gallese trova sempre avversari che non gli consentono di agguantare quel titolo che insegue da anni. Chi avrebbe anche meritato di vincere sarebbero stati, nell’ordine, Mārtiņš Sesks e Adrien Fourmaux, il primo per la incredibile gara con una vettura da tutti considerata non competitiva – e con la quale corre saltuariamente - ma che nelle mani giuste ha molto da dare, la sua gara è stata stoppata dalle forature ma avrebbe meritato di vincere, lo attendiamo il prossimo anno magari con un impegno continuativo in Ford M-Sport; il secondo ha pagato caro l’anticipo ad un Controllo Orario (sembra per una incomprensione linguistica) e senza quella penalità avrebbe potuto vincere lui la gara saudita, Fourmaux ha comunque chiuso in seconda posizione assoluta e si è consolato considerandosi il vincitore morale del Rally Saudi Arabia.


Unico equipaggio italiano al via Matteo Fontana e Francesco Arnaboldi, già campioni WRC3, che hanno fatto una gara da manuale chiudendo 17esimi con oltre 30 minuti di distacco rifilati al primo inseguitore, seppur disturbati psicologicamente da un incontro indesiderato in prova speciale quando, poco dopo la partenza della SS15 Thabhan 1, si sono ritrovati una vettura contromano sul tracciato di gara che fortunatamente sono riusciti ad evitare. Al via anche il navigatore italiano Giovanni Bernacchini a dare le note al quatariota Abdulaziz Al-Kuwari che hanno concluso la gara al 18esimo posto. Problemi meccanici hanno azzoppato la gara di Fabrizia Pons, la nostra mitica navigatrice connazionale, pure lei in gara in Arabia Saudita al fianco di Burcu Çetinkaya, 29esimo posto finale per loro.

La sequenza di un "lungo" di Al-Quwari e Giovanni Bernacchini, per fortuna senza conseguenze per la vettura











Una carellata di immagini della gara saudita:
























La gara saudita ha in parte fugato alcuni dei dubbi riguardo il debutto nel calendario del WRC risultando infine altamente spettacolare e con scenari unici per il campionato ma non ha dissipato quelli organizzativi mostrando alcune lacune sulle quali bisognerà lavorare per porvi rimedio; quello che più è mancato in Arabia Saudita è stato il pubblico, praticamente inesistente, un evento del genere senza appassionati a bordo strada è come giocare una partita di calcio a porte chiuse. Le disponibilità economiche nel paese mediorientale di certo non mancano, servirà invece un po’ di esperienza per acquisire le competenze e portare la gara al livello delle altre competizioni del WRC, ma servirà anche una strategia pubblicitaria in grado di richiamare, se non il grande pubblico, almeno una parte di esso che possa dare un senso al rally.
Dario Furlan - #darionnenphotographer