Un eterogeneo gruppo di criminali - più o meno - professionisti rapiscono Abigail (Alisha Weir), una ragazzina che è appena rientrata a casa, dopo avere danzato da sola in un grande teatro vuoto, sulle musiche del Lago dei Cigni di Tchaikovsky.
Il team riesce a narcotizzare e portare via la piccola, che indossa ancora il suo bel tutù bianco, sotto il naso del padre, appena rientrato nella sua villona.
Si rifugiano in un maniero isolato in aperta campagna, dove devono terminare la loro missione, prima di intascare il ghiotto riscatto, 50 milioni di dollari.
Il compito sembra essere molto semplice: passare 24 ore nell’aristocratica magione, e assicurarsi che Abigail non riconosca nessuno di loro. A tal scopo non possono usare i loro veri nomi, e l’unica persona ammessa a parlare con la piccola rapita è Joey (Melissa Barrera), ex medico militare con problemi di tossicodipendenza, che prova subito empatia per Abigail.
Ma quando viene loro rivelata l’identità del padre della giovane rapita, un efferato assassino a capo di un impero criminale, tra i membri del team comincia a serpeggiare una diffusa inquietudine.
Ben presto scopriranno a loro spese che il loro principale problema non è la probabile vendetta del genitore, perché la piccola Abigail non è poi così indifesa come sembra essere…
Abigail: un piacevole mix di horror, commedia e gangster movie
Il film per alcuni aspetti ricorda il mitico Dal Tramonto all’Alba, di Quentin Tarantino: entrambe le pellicole partono raccontando le vicissitudini di un gruppo di criminali, per poi diventare improvvisamente degli horror trash, attraversati da una neanche tanto sottile atmosfera ironica.
Abigail non inventa nulla, sia chiaro, ma si diverte a giocare con tutti gli stereotipi del genere, senza mai prendersi sul serio, cosa sempre apprezzabile.
Il fatto poi che la maggior parte dell’azione avvenga in un ambiente chiuso, dove un pugno di uomini e donne lotta per salvare la pelle, rende il racconto ancora più intrigante.
Tutti i personaggi sono sorretti da una buona recitazione e, cosa molto rara in questo tipo di pellicole, non sono semplici realtà monodimensionali costruite attorno a stereotipi tagliati con l’accetta, ma hanno una certa profondità.
Quello di Abigail è forse il più efficace, ed è ottimamente interpretato dalla bravissima Alisha Weir, che dà vita a una entità capace (anche) di massacrare danzando, cosa peraltro già vista in M3gan, buon horror del 2023, anch’esso senza molte pretese, ma piacevole e attraversato da un sottile umorismo.
Un personaggio a due facce che forse avrebbe meritato anche più spazio all’interno del racconto, che rimane comunque molto godibile.
Insomma un film che garantisce 109 minuti di sano intrattenimento, intriso con un piacevole umorismo macabro, ricco di citazioni, sanguinolento senza esagerare, con una dose corretta di jump scare.
Da vedere. Al cinema.