A Sorrento Villoresi incarna Eleonora Duse

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A Sorrento Villoresi incarna Eleonora Duse

Napoli. 30 giugno 2024 presso l’antico chiostro di San Francesco di Sorrento abbiamo assistito ad una lezione di teatro, di stile e di storia.
Per la rassegna “Sorrento Incontra”, curata da In Scena, in collaborazione con la libreria Tasso, abbiamo avuto il privilegio di essere testimoni dello spettacolo "La musica dell’anima": omaggio ad Eleonora Duse, in occasione dei cento anni della morte. Drammaturgia di Maria Letizia Compatangelo, al piano Marco Scolastra, interprete di regale forza scenica: Pamela Villoresi.
L’attrice lombarda si spense nel 1924, ma testo, musica e interpretazione della performance in oggetto, ha ridato vita all’intimità di una donna che ha segnato la storia del teatro mondiale.


La Villoresi, ci ha restituito della Duse eleganza, generosità e familiarità. Nelle sue lunghe pause abbiamo letto pensieri e sentito stati d’animo, ripercorso lo spazio-tempo di un secolo, immaginando fragori e speranze di una donna assetata di arte, di assoluto. ”Amici miei ho più di quarant’anni e amo”.
Piccoli gesti. E impercettibili sguardi. E brevi respiri. Della Duse abbiamo compreso fragilità e ambizioni, dalla sua sana rivalità con Sarah Bernhardt alla sua personalità oscurata dall’amore per D’annunzio.
Un monologo pieno, completo, che ha fatto luce anche sul rapporto dell’attrice con la critica teatrale: “io sapevo ciò che facevo e dovevo fare in modo che lo sapessero anche gli altri, scrivendo decine di lettere ai letterati, ai critici. Nessun critico resiste ai ragionamenti di una giovane attrice di talento in cerca della propria strada, bisognosa di un parere augusto che la illumini, come ha perfettamente intuito quella volpe di Bernard Shaw, anche se a lui scrissi solo un biglietto di ringraziamento dopo la famosa critica londinese in cui metteva a paragone la recitazione di Sarah Bernhardt e la mia, assegnando a me la palma della vittoria”
Sicuramente nessuno dei presenti ha mai conosciuto di persona "la Divina" Eleonora, ma possiamo dire con altrettanta certezza di averne percepito l’anima tra la brezza marina della costiera e il garrito dei gabbiani.
Applausi.

                                                                       Anita Laudando corrispondente