EQUILIBRI INSTABILI
sei nuovi appuntamenti con le residenze artistiche del Teatro La Contrada
Sei giovani artisti che guardano ai temi più urgenti del mondo contemporaneo, ma anche al nostro futuro, attraverso le diverse declinazioni del teatro, della danza, dell’arte: sono le protagoniste e i protagonisti del nuovo ciclo di Vettori, le nuove residenze artistiche del Teatro La Contrada per l'anno 2024. A portare i loro progetti in via di sviluppo negli spazi della Contrada, per poi “restituirli” al pubblico in diversi luoghi della città in un rapporto dialettico e creativo di scambio reciproco col territorio, saranno la danzatrice Nunzia Picciallo insieme alla dramaturg Tita Tummillo (protagoniste del primo appuntamento con la restituzione al pubblico, il 7 maggio al Teatro dei Fabbri), l’artista concettuale Czar Kristoff, il danzatore Marco D’Agostin(premio UBU come Miglior Performer Under 35) insieme alla drammaturga Chiara Bersani e a numerosi performer, l’attrice e autrice Caterina Filograno con altri tre attori, l’attore e autore Pietro Cerchiello e gli altri componenti di Dimore creative, l’attore, drammaturgo e regista triestino Andrea De Robbio insieme al batterista e body percussionist Anselmo Luisi.
Equilibri instabili: come le residenze raccontano in nostro mondo
Il titolo che riunisce le loro residenze è “Equilibri instabili”, un ossimoro che ben racconta il sentimento condiviso del nostro tempo: «La bufera del Coronavirus assommata alla prima guerra europea dopo un lungo periodo di pace, e al terribile conflitto del Medio Oriente, ha scosso la comunità globale», afferma la Direttrice artistica Livia Amabilino. «Questi eventi hanno cambiato il mondo e il modo di percepirlo: la precarietà è avvertita come stato permanente. La cosiddetta “vita virtuale” si è arricchita enormemente e continuerà ad accelerare. Difficile davvero pensare di tornare semplicemente a prima. Ma forse è possibile cogliere questa occasione per disegnare nuovi equilibri, nei rapporti con la famiglia, con i partner, con il lavoro, tra i cittadini, nelle gerarchie sociali. Anche nella nostra piccola esperienza individuale si comprende che necessariamente si andrà incontro a “equilibri instabili”, forieri di crisi, inciampi, cadute e risalite. Seguendo l’impostazione di Vettori 2023, abbiamo chiesto agli artisti di lavorare su un’analisi del presente per delineare il futuro prossimo».
Gli artisti saranno ospiti della Contrada per un periodo di quindici giorni ciascuno, al termine del quale il pubblico sarà invitato, in teatro o in altri spazi della città, ad assistere alla restituzione, «il momento cioè in cui l’artista mette a nudo il lavoro che è stato fatto nel periodo di residenza», spiega Amabilino.
Ad accompagnare gli artisti nel loro percorso a Trieste ci saranno dei tutor, chiamati “spettatori esperti”: Paolo Quazzolo, professore di Storia del Teatro all’Università degli Studi di Trieste, il critico teatrale Roberto Canziani, il regista Alessandro Marinuzzi, l’attrice e regista Valentina Magnani, l’esperto di arte contemporanea Marco Puntin, la curatrice e giornalista Eunice Tsang a cui si affiancheranno "l'organizzatore sul campo" Mario Bobbio, oltre alla Direttrice artistica dell'iniziativa Livia Amabilino.
Gli artisti e i progetti
La prima residenza in programma è quella di Nunzia Picciallo che porta a Trieste il suo progetto “Lemmy B”insieme alla dramaturg Tita Tummillo (restituzione al pubblico: 7 maggio, ore 18 al Teatro dei Fabbri), un lavoro in progress tra danza e performance che riflette sull’identità e sulla paura dovuta alla disuguaglianza di genere: attraverso il proprio corpo, Lemmy B. emerge come portavoce, canalizzando le lotte collettive e le speranze di molti.
In luglio arriverà alla Contrada l’artista filippino Czar Kristoff che ha un rapporto diretto con il territorio: parte della sua famiglia è emigrata a Trieste. Con il suo progetto “BE/COM/ING A monument” riflette sulla migrazione, la memoria e le radici per esplorare come, perché, quando i monumenti vengono costruiti, mantenuti, celebrati, anche demoliti. Il suo allestimento è rivolto ai lavoratori migranti filippini a Trieste ma anche al territorio stesso e ai triestini, anche attraverso un karaoke (restituzione al pubblico: 12 luglio).
Il danzatore Marco D’Agostin (premio UBU come Miglior Performer Under 35) con Chiara Bersani e i suoi performer porta a Trieste il suo nuovo lavoro “Asteroide” (restituzione al pubblico: 26 luglio), perfettamente in linea col tema degli “equilibri instabili”: la paura dell’asteroide ci coinvolge tutti e dà l’idea di qualcosa che ci può sfiorare da un momento all'altro. D'Agostin, però, la contamina con il musical: un performer è solo in scena, una minaccia incombe sul suo corpo: una forza misteriosa strattonando voce e gesti e li getta con forza... verso Broadway.
Caterina Filograno, apprezzata drammaturga, arriva al Teatro La Contrada con il suo gruppo di attori per sviluppare il progetto di teatro di prosa “Oleandra” (restituzione al pubblico: 14 ottobre 2024), che racconta il Metaverso e il presente in tutte le sue contraddizioni attraverso la storia di una pianta di oleandro virtuale. Per capire, attraverso il lavoro con le parole e gli attori, come la tecnologia sta cambiando la realtà, il linguaggio, il nostro modo di relazionarci, e sicuramente anche il nostro futuro.
L’attore Pietro Cerchiello porterà alla Contrada il progetto “Teniche di lavoro di gruppo - Appunti per uno Schiuma Party” (restituzione al pubblico: 2 dicembre), frutto di tre anni di insegnamento nelle scuole medie di provincia durante i quali l’autore ha raccolto suggestioni, interviste e materiali utili alla scrittura per uno spettacolo che parla di ragazzi, nuove generazioni, barriere comunicative nella scuola e nella società di oggi.
Infine l’artista e regista triestino Andrea De Robbio insieme al percussionista Anselmo Luisi lavoreranno in residenza a “Algoritmo” (restituzione al pubblico: 20 dicembre), un progetto di teatro fisico che porta in scena un’intelligenza artificiale clownesca che trascina il pubblico nel suo mondo musicale-surreale, eseguendo ordini ed esaudendo desideri. Uno spettacolo comico con sfumature dark che solleva domande urgenti: l’intelligenza artificiale ha volontà, ha sentimenti? Al di là delle distopie che può creare, come può essere usata in modo costruttivo, magari anche per abbracciare la natura?